Il gruppo a Camaldoli, ragazzi e familiari. Quest'anno, dopo le due escursioni a San Paolo in Alpe, sono rimasto affascinato dalle storie della Resistenza sulle nostre montagne e propongo in Sentiero della Libertà a Emilio, presidente dei Giovani Uomini. Ho programmato un trek epico di 5-6 ore per una distanza di 16 km che, scavallando cime e fossi, ci porterà da Biserno al Passo della Calla. Mi informo presso una associazione di trekking e mi sconsigliano, soprattutto in questo periodo di alte temperature, un percorso così impegnativo. Avvicinandosi la data programmata io ed Emilio lavoriamo ad un aggiornamento del percorso, tagliandolo notevolmente; Emilio ha anche saputo che, per quella distanza, perderemmo l'adesione di almeno 2 o 3 ragazzi. In prossimità della data arriva una mail dell'Area sulla necessità di svolgere attività a rischio zero e, non ultimo, si verifica un tragico fatto di cronaca: un prete porta dei ragazzini in escursione e, per il caldo, alcuni accusano malori: deve intervenire il Soccorso Alpino e per un bimbo è comunque troppo tardi. Non vogliamo commettere lo stesso errore e cambiamo drasticamente località e distanze. Alla fine opto per un trek dal successo garantito: Camaldoli-Eremo. Si rivelerà un'ottima scelta. A fine giornata ci diranno che a Rimini è stata una giornata torrida, invece noi non ce ne siamo neppure accorti, camminando al 90% sotto la protezione ombrosa di questa foresta secolare. Giovani e meno giovani al rifugio Cotozzo. Come sempre faccio l'errore di sopravvalutare i ragazzi e il loro interesse per la storia e la natura. Ho ottimisticamente programmato una escursione in questi luoghi perché ritengo che possa conciliarsi alla bella camminata, una visita al monastero, all'eremo ed anche al castagno Miraglia. L'impressione generale che danno è che non gliene potrebbe fregare di meno. La cosa che conta maggiormente per loro è stare insieme. Probabilmente il momento della giornata che gradiscono di più è la sosta pranzo, quando ritroviamo alcuni familiari che sono saliti in auto al laghetto Traversari. Fra questi c'è Roberta, che ha gradito enormemente il ruolo di capo-gruppo degli adulti, perché questo le ha concesso due ore di refrigerio comodamente seduta in riva al laghetto, oasi di pace a pochi metro dall'eremo. Alcuni ragazzi davanti al castagno Miraglia. Non voglio fare il moralista palloso. In effetti anche io non avevo questa gran passione per la montagna e per la natura alla loro età. Anche a me, come a loro, interessava più che altro la compagnia e il divertimento, il semplice piacere di stare insieme. Però ho dei ricordi bellissimi di escursioni simili a questa, fatte in età adolescenziale, quindi penso che portarli qui sia come piantare un buon seme che produrrà buoni frutti fra qualche tempo, anche se ora pare non gli interessi nulla. Si divertono molto a stare seduti sul prato a mangiare, chiacchierare e giocare a carte. Il loro vociare e ridere è costante e rompe il sacro silenzio della foresta, ma è un rumore piacevolissimo. Continuano ancora a parlare animatamente anche quando prediamo le auto e torniamo di nuovo a Camaldoli, per proseguire poi a piedi dal caseggiato fino alla radura dove sorge maestoso il castagno Miraglia. Non si scompongono nemmeno davanti a questo miracolo della natura. Sono più sorpresi e attratti dai vicini alveari di Metaleto e colgono l'occasione per ripetere inconsciamente l'antica e istintiva danza del pavone: i ragazzi, per impressionare le ragazze, fanno a gara per dimostrare chi ha più coraggio avvicinandosi alle arnie. Inizialmente penso sia una cosa sciocca, ma sorridendo sotto i baffi penso che non c'è nulla da fare, sono solo vittime del codice genetico...
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Massimo
Massimo è sposato con Roberta ed è padre di 2 figli. Lavora tutti i giorni al computer e nel tempo libero scappa in montagna, il suo spazio libero fra foglie e nuvole. Archives
Agosto 2020
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