Per troppo tempo ho lasciato indietro la scrittura di questo post e, visto che il mio è un blog "emotivo", le emozioni di questo giro con gli amici si sono raffreddate e non ha più senso adoperarsi per scrivere qualcosa. Non voglio però lasciare un buco vuoto, prendo quindi a prestito le parole di Gabriele, che ha invece puntualmente descritto con dovizia di particolari l'escursione di giornata. Onore al merito del "Presidente" e buona lettura. "Dicasi 'gnagnarella' quell'insieme di goggioline sospese a mezz'aria presenti in giornate uggiose, tanto simpatiche agli escursionisti; hanno infatti il dono di bagnarti da testa a piedi senza che tu te ne renda conto. Il termine è di origine etimologica romana e ci indottrina al riguardo Massimo durante il viaggio di andata. Oggi rientra in gruppo Claudio che avevamo lasciato con le sue salsicce in una bella giornata primaverile sul monte Cucco. Assente per motivi lavorativi il Signor Paolo, si unisce a noi una mia collega, Doretta. Resta un mistero cosa la spinga ad unirsi a questo gruppo di scappati di casa. Mah... Lasciamo l'auto nel parcheggio del museo di Ridracoli e dopo esserci coperti bene, imbocchiamo il sentiero che scorre parallelo (anche se in quota) alla strada che porta all'ingresso della diga di Ridracoli. Imbocchiamo quindi il sentiero 233 che ci porterà ai pascoli di S.Paolo in Alpe in un paio d'ore. La salita è costante e faticosa. Nei punti in cui la vegetazione si apre un po', vediamo solo grigio. Infatti tutta la zona è avvolta da un manto irregolare di nubi basse che ci regalano solo "a gnagnarella". Doretta sale tenace e dopo alcune pause arriviamo in cima. Ci aspettiamo di trovare dei daini ed in effetti, tra la foschia, ne avvistiamo quattro che, infastiditi dalla nostra presenza, si allontanano. Entriamo nel recinto e ci avviciniamo ai ruderi della chiesa che ci appare tenebrosa. Infatti inizialmente, causa foschia, non la vediamo proprio. La sua forma si delinea passo dopo passo, comparendo in modo misterioso ed inquietante. Ci concediamo una piccola sosta, ci cambiamo i panni bagnati e ci consoliamo con i ciccioli gentilmente offerti da Luigi, presidente ad honorem. Doretta non disdegna di assaggiarli sotto lo sguardo perplesso di Gianluca...Riprendiamo la strada forestale che scende a Biserno. Durante la discesa ammiriamo i colori dell'autunno anche se il sole li avrebbe accesi decisamente. Incrociamo un daino con quattro femmine al seguito e dopo una sosta al monumento dei partigiani uccisi a Biserno, raggiungiamo la piazza del piccolo abitato. Consumiamo il fugace pasto in un piccolo parco e ci rimettiamo in moto verso Ridracoli. Come da copione sbagliamo strada e ci regaliamo un chilometro in più di asfalto. Il giro è stato interessante, abbiamo potuto osservare S.Paolo in Alpe ed il bosco da una prospettiva nuova. Certo, con il sole sarebbe stata tutta un'altra cosa, ma vuoi mettere la "gnagnarella"!" Per Piadine Randagie: Gabriele Vandi
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Massimo
Massimo è sposato con Roberta ed è padre di 2 figli. Lavora tutti i giorni al computer e nel tempo libero scappa in montagna, il suo spazio libero fra foglie e nuvole. Archives
Agosto 2020
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