Giacomo. Definirlo trekking sarebbe pretenzioso. Comunque abbiamo trascorso proprio una bellissima giornata, insieme a Francesco, Silvia e i loro bei bimbi. E' voluto venire con noi anche Mattia! Per fare tutti felici ho scelto un "sentiero natura" intorno al caseggiato di Camaldoli. Non ne avevo mai fatto uno; ne ho incontrati diversi durante le mie camminate, ma è la prima volta che ne faccio uno dall'inizio alla fine, seguendo tutto l'itinerario e fermandomi alle tappe indicate. E' perfetto per i bambini. Anzi, Mattia e Nicolò potrebbero camminare ancora a lungo, ma dobbiamo fare felici tutti. Oggi è un tranquillo pic-nic. Lungo il percorso la tappa di maggiore interesse è la visita al castagno Miraglia; la vista di questo autentico re della foresta suscita sempre una certa sorpresa e meraviglia. Rientrati a Camaldoli approfittiamo della bella area pic-nic allestita all'ingresso del paese, in riva al placido fiume, proprio alla base del sentiero che sale al rifugio Cotozzo. La prossima volta che verrò qui sarò da solo e "attaccherò" quella salita. Oggi è un giorno di relax, dedicato ai bimbi e al nostro riposo. Francesco stende la tovaglia e inizia una gara di leccornie, fra prodotti caseari appena portati dalla Puglia, gli arancini di riso alla romana che ha preparato Roberta la sera prima, i salami acquistati alla bottega di Badia Prataglia e la spianata che ho preso la mattina presto da Cupioli: Puglia, Lazio, Toscana e Romagna si stringono in un solidale abbraccio sulla nostra tavola imbandita. Che sia questa la vera Unità d'Italia?
1 Commento
Giacomo, mio compagno di viaggio Finalmente sono riuscito a catturare Giacomo. Non vedevo l'ora di fare una giornata da solo con lui, un trek padre e figlio di quelli che restano nella memoria. Commetto un errore però e scelgo un sentiero che non conosco, non segnato molto bene sulla guida che ho scaricato da internet. Lo pagherò caro. Il punto di partenza è Camaldoli, scendiamo verso il torrente e, sfiorato nuovamente il borgo, ci si para davanti castagno Miraglia, probabilmente il più antico guardiano della foresta. Risaliamo fino alla Maestà di Cerreta. Questi boschi sono pregni di fascino, un fascino modellato dalla natura e dalla cura dei monaci che ne sono stati custodi sino alla fine del XIX secolo. Castagno Miraglia, secolare custode della foresta. Da qui la strada si complica, colpa le cattive indicazioni, e smarriamo il sentiero. Davanti a noi un monte (quale?) oltre il quale dovremmo ritrovare la via. Potremmo ritornare indietro ma sarebbe un sconfitta e non voglio ammetterla a mio figlio. Faccio coraggio a Giacomo, e a me stesso, e iniziamo una scalata su percorsi che non esistono: tagli orizzontali, probabilmente opera di cinghiali o altri ungulati. Peccato che non siamo camosci e dopo mezz'ora di sforzi la cima è ancora lontana. Allora dico a Giacomo: un passo alla volta, non guardare la cima, china il capo e fai un passo alla volta. Mi cimento nella scalata e dopo alcuni minuti alzo lo sguardo: mi sembra di non essere avanzato di un metro Ma dove sono, su un tapis-roulant? Ancora qualche sforzo e, come d'incanto, fra gli alberi vediamo il cielo, la salita diventa pianura e la pianura diventa discesa. In men che non si dica troviamo il sentiero, 2 km più a nord del previsto, ma la strada verso l'eremo è agevole.
Giunti all'auto sono orgoglioso dello sforzo compiuto ed ho la sensazione di avere compiuto un'impresa. Mi volto e vedo Giacomo stravolto dalla fatica; ora invece ho la sensazione di aver fatto una cagata. Mi sa che non tornerà più a scarpinare con me! |
Massimo
Massimo è sposato con Roberta ed è padre di 2 figli. Lavora tutti i giorni al computer e nel tempo libero scappa in montagna, il suo spazio libero fra foglie e nuvole. Archives
Agosto 2020
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