Grazie alla Repubblica più antica del mondo oggi ho un giorno libero ma non trovo nessuno a farmi compagnia, quindi parto alla volta di Bagno di Romagna con accanto, seduta sul sedile del passeggero, la mia solitudine. Nelle ultime due settimane l'inverno ha tardivamente timbrato il cartellino invadendo l'anteprima di primavera, rovesciando acqua e neve sulle montagne. Guardo un paio di webcam e decido di rimanere a quota bassa per evitare di rimanere impantanato fra fango e neve. Lasciata l'auto vicino al chiosco che ha sede al limitare del paese, dopo qualche tentennamento, trovo l'imbocco del 189. In poche rampe mi lascio alle spalle le case di Bagno e il rombo dell'E45. Il sentiero è una comodissima mulattiera che sale con costanza, senza troppi strappi spezza gambe, che mi porterà dai 600 metri di Bagno ai quasi 1100 del Monte Carpano. Si alternano tratti di bosco a punti panoramici sulla valle di Bagno. Sono i primi giorni di primavera, periodo nel quale i cervi maschi abbandonano le rivalità per riunirsi cameratiscamente come fossero al Bar Sport, ed io spero sempre di vederne. Non solo non vedrò cervi, ma nemmeno daini, capriolio o cinghiali. Nemmeno una lucertola. A metà salita incrocio l'unico escursionista di giornata che scende verso il paese un po' abbacchiato. "Sali fino in cima al monte?", mi chiede. "Sì, poi chiudero l'anello passando per la Beccia", rispondo. "Io non ce l'ho fatta, torno indietro." Si tratta di una anello classico, descritto come un giro abbastanza facile dalla mia guida, ma per me è una novità e queste parole mi spaventano un po'. Evidentemente il signore è poco allenato perché io invece salgo senza troppi problemi. Faccio fatica, sudo e vado al piccolo trotto, ma trovo l'arrampicata tutt'altro che impegnativa. Incontro ruderi di casali abbandonati dalla toponomastica improbabile: La Barca (in montagna?), Casa Nuova (100 anni fa, forse) e Prati (assenti). A un certo punto sento "odor di cima" e alla curva successiva vedo la sella del Carpanone. Si tratta di un punto panoramico bellissimo che permette di vedere sia la valle che mi sono lasciato alle spalle che quella di Badia. Distinguo chiaramente la Siepe dell'orso, Poggio Scali, la Bertesca e tutto il crinale dove corre lo 00. La mia guida propone la svolta a sinistra lungo il crinale, ma io devio a destra per salire sul monte Carpano e gettare uno sguardo all'orizzonte, dove posso ammirare anche la cima del Fumaiolo. Ripreso il crinale al Poggiaccio mi ributto nel bosco. È una lunga picchiata che passa per il podere della Becca, con tanto di ennesimo casale crollato. Alla fine della discesa trovo il Fosso della Becca e un'area barbecue di cui ignoravo l'esistenza (prendo nota) e poco dopo l'asfaltata che mi riporterà a Bagno.
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Massimo
Massimo è sposato con Roberta ed è padre di 2 figli. Lavora tutti i giorni al computer e nel tempo libero scappa in montagna, il suo spazio libero fra foglie e nuvole. Archives
Agosto 2020
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