Il programmato trekking a Gamogna salta a causa di un lutto in casa del Presidente, quindi la ciurma di masnadieri decide con un colpo di mano di prendere comunque il largo cambiando destinazione. È la prima storica uscita delle Piadine Randagie senza il proprio condottiero, si tratta di un dichiarato ammutinamento. Come spesso capita sono in un periodo nel quale ho vitale bisogno di montagna e di annusare il profumo della foresta, quindi sono determinato ad andare comunque, anche in escursione solitaria. Quando dichiaro pubblicamente le mie intezioni gli ammutinati decidono di seguire il mio invito, più attirati dal profumo del cibo che da quello del bosco; propongo infatti un semplice anello con partenza da Bagno di Romagna che si concluderà al chiosco recentemente ristrutturato dove potremo gustare le specialità locali. Un ammutinamento però, per definizione, non può essere condotto con marziale disciplina, quindi il mio ruolo di condottiero inizia sotto i peggiori auspici: non mi sveglio, quindi il SIgnor Paolo e Alessandro devono tirarmi giù dal letto e venirmi a prendere direttamente a casa. Quando scendo ancora assonnato mi guarda con biasimo anche la Pape. Parcheggiata l'auto a pochi metri dal chiosco, muoviamo i primi passi verso Monte Carpano e si capisce subito chi realmente vuole insidiare il ruolo presidenziale di Gabriele: il Signor Paolo infatti brandisce il suo GPS come uno scettro del comando e guida l'ammutinamento capitanando il piccolo gruppo. Cerca di nobilitare il gesto dichiarando che sta facendo le veci di Gabriele per mantenere aggiornato l'archivio chilometrico delle PR, ma si tratta palesemente di un colpo di spugna, probabilmente tramato da lungo tempo. Qualcuno insinua addirittura che la notizia del lutto sia stata tendenziosamente diffusa dallo stesso Paolo e che probabilmente in questo momento Gabriele si trova da solo, fuori da una chiesa vuota, con il suo abito della domenica ed in mano un mazzo di crisantemi spampanati. Purtroppo però, dopo il mio fallimento da condottiero, anche Paolo segue il mio triste destino: trova subito il sentiero e ci guidà con sicurezza verso la traccia giusta. Questo è assolutamente dequalificante per un dirigente delle Piadine Randagie, infatti tutti sanno che lo statuto prevede almeno tre smarrimenti durante una escursione ed in questo Gabriele è assolutamente encomiabile, direi insuperabile. In tal senso l'escursione di oggi è un vero fiasco, infatti percorriamo tutto il tragitto senza smarrire un metro di traccia. Una vergogna. Le previsioni indicano pioggerella leggera nel primissimo mattino e poi cielo coperto per il resto della giornata. Però mentre ci avviciniamo a Bagno iniziamo a temere che le previsioni siano sbagliate, infatti la pioggia battente ci accompagna per tutto il tragitto in auto. Fortunatamente appena iniziamo a camminare la pioggia cessa e neppure la gnagnarella ci farà compagnia per il resto della giornata. Sventato il rischio di camminare per ore con gli abiti incollati ai nostri corpi statuari, ci godiamo questa giornata autunnale in piena primavera. La temperatura è bassa almeno quanto la nebbia. Saliamo sul sentiero 189 senza troppi affanni i 600 metri di dislivello in mezzo ad un bosco il cui fascino è valorizzato da questo clima in stile "il Nome della Rosa". I punti panoramici scompaiono inghiottiti dal manto grigio ed anche quando incrociamo il grande sentiero 201, tutto si cela ai nostri occhi e facciamo nostra la frase del Banco del Mutuo Soccorso scolpita sulla roccia: "Da qui, messere, si domina la valle ciò che si vede è. E se l'imago è scarno al vostro occhio scendiamo a rimirarla da più in basso". A noi l'immaginazione non manca, ma in queste condizioni ci vorrebbe la fantasia di Walt Disney per vedere qualcosa. Scatto una foto a Paolo e Alessandro mentre si bevono un caffè nella nebbia. Sembrano Totò e Peppino alla stazione di Milano. Improvvisamente sentiamo un rombo e dal nulla sbuca un'auto della Forestale, come un vascello fantasma in un film di pirati. Saliamo fino alla cima del monte ma lo sforzo è vano, il panorama mi rammenta quando da bambino mia madre cercava di sintonizzare Tele Capodistria con la manopola del nostro vintage Brionvega in bianco e nero. Riprendiamo il 201 e ci ributtiamo nel bosco quando poco più avanti troviamo l'imbocco del 185 che torna a Bagno lungo la parallela valle del Fosso di Becca. Annotiamo in archivio l'area attrezzata a fondo valle, per future escursioni estive con piedi a mollo e possibilità di grigliata, e percorriamo gli ultimi metri di asfaltata con un solo pensiero in testa: il piacevole tepore del chiosco ed il meritato pasto. E anche oggi s'è fatto il nostro.
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Massimo
Massimo è sposato con Roberta ed è padre di 2 figli. Lavora tutti i giorni al computer e nel tempo libero scappa in montagna, il suo spazio libero fra foglie e nuvole. Archives
Agosto 2020
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