Durante il bellissimo weekend della recente Reunion Rex, io e Franz abbiamo gettato le basi per il trekking odierno. C'è stato il tentativo di coinvolgere qualche altro amico, ma gli acciacchi, gli impegni familiari e la poca passione, hanno tenuto tutti lontano dalle Foreste Cadentinesi. Non me e Francesco, gli unici due veri amanti della montagna. Franz è un vero atleta, che ha percorso chilometri e chilometri di sentieri di corsa nelle eco-maratone, non un pigro camminatore come il sottoscritto, ma scende volentieri al mio livello pur di trascorrere una giornata insieme, come accadeva tanto tempo fa quando avevamo meno soldi e meno preoccupazioni. È veramente da tantissimo tempo che non abbiamo la possibilità di chiacchierare indisturbati. In queste decadi ne è passata tanta di acqua sotto i ponti. Sono curioso di conoscere i suoi percorsi e mi fa piacere condividere con lui le mie vicende, quelle più lieti ed anche quelle meno piacevoli. E così, mentre i nostri scarponi calcano la terra, le nostre parole riassumono anni e mi tornano alla mente le parole di quel Francesco Guccini che abbiamo cantato e mai smesso di amare, quando nella canzone "Incontro" recita: "Povera amica che narravi dieci anni in poche frasi ed io i miei in un solo saluto". Mi rendo conto che è così, alla fine si narra la propria vita riducendola a poche frasi, forse pensando che non serve un fiume di parole per rievocare qualcosa a chi non lo ha vissuto, come fosse fiato sprecato. Però Francesco è più bravo di me, non solo nel camminare, ma anche nell'ascoltare e mi lascia interamente il bastone del comando in questa giornata fresca e soleggiata, mentre lo conduco su una via che conosco molto bene, ma che per lui è inedita: da Lago verso Pian del Grado, passando per le ripe toscane e rientro lungo il crinale del Castello di Corniolo. Mi lascia parlare Francesco, con quel suo sorriso divertito da ragazzino, mentre mi arrampico arditamente con le parole cercando di spiegargli le mie passioni e i miei studi cercando di portarlo con entusiasmo nel mio mondo astratto ed onirico, che spaventa i più. Ogni tanto alziamo gli occhi dal sentiero per ammirare gli scorci fiabeschi della valle del Bidente delle Celle o il fitto bosco che conduce a La Fossa. Proprio mentre sto per aprire il cancello, spiegando a Francesco che tale premura è imposta ai proprietari della comunità montana dagli animali che devastano il prato e l'orto incustoditi, è lui a notare una regale presenza sfuggita al mio sguardo: un maschio adulto di cervo che rumina all'interno dell'orto recintato. Dopo lo stupore iniziale estraiamo i cellulari per fare video e foto. Fortuna vuole che il cervo, assolutamente confidente, non solo non si spaventa, ma ci viene quasi incontro camminando serenamente in tondo all'interno dell'area circoscritta dal filo spinato. Dopo un primo giro, non pago, ne fa un secondo e poi, mentre ipotizzo che forse è rimasto bloccato all'interno della recinzione, spicca un balzo insospettabile considerando l'enorme stazza, e si infila nel fitto del bosco. Stupiti, sorpresi e felici riprendiamo il sentiero verso Pian del Grado ed io riprendo il mio fuoco di fila di parole e racconti, per nulla pago ed incurante della difficoltà del malcapitato compagno di giornata. Come un ostaggio è costretto ad ascoltare il mio cianciare, senza appelli e vie di fuga. Giunti a Pian del Grado mi placo un poco, per permettere a Francesco di ammirare quello che amo definire "un presepe nel bosco". Lungo la carrozzabile incontriamo qualche altro viandante e al Poderone c'è il solito viavai di auto e turisti venuti a godere i piaceri della tavola del noto agriturismo. È rimasto solo l'ultimo sforzo per Francesco, il crinale che porta al castello e poi la ripida discesa verso il punto di partenza, dove potrà riprendere l'auto e fuggire da questo goffo fauno incantatore. Nei pochi istanti di fiato che gli concedo, come un pugile alle corde, Francesco riesce a dirmi in poche parole sensate, molto più di quanto io non abbia detto in ore di chiacchiere da comare. Gli chiedo delle sue corse campestri e, provocatoriamente ed ironicamente, domando quante ne ha vinte, sapendo già che è impossibile aggiudicarsi queste gare. La sua risposta lapidaria racchiude un universo: "Contro gli altri non ne ho vinta nessuna, contro me stesso ne ho vinte parecchie". Dono della sintesi batte cammin ciarliero 1 a 0.
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Massimo
Massimo è sposato con Roberta ed è padre di 2 figli. Lavora tutti i giorni al computer e nel tempo libero scappa in montagna, il suo spazio libero fra foglie e nuvole. Archives
Agosto 2020
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