Approfitto del weekend a Varese e della gentilezza del mio giovane amico Willy per fare un trekking sulle alpi piemontesi. Partiamo alle 8 del mattino. Il viaggio verso il punto di partenza è piuttosto lungo, anche se piacevole. Attraversiamo il Lago Maggiore sul traghetto, prima di raggiungere Gurro, un paese di 250 anime arroccato a 800 metri slm. Pochi tornanti prima di arrivare in paese ci attraversa la strada un camoscio; inizialmente lo scambio per un capriolo, ma si ferma a bordo strada permettendomi di ammirarlo più da vicino ed accorgermi dell'errore. Penso che sarà un gran giorno per ammirare gli animali, ma dopo questo fortunato incontro altro non mi rimarrà che la vista di un simpatico scoiattolo nero ad inizio salita. Il percorso scelto da Willy non è un anello e prevede una lunga e costante salita di circa 5 km lungo le vecchie mulattiere usate dagli allevatori locali per salire fino ai pascoli più alti. La cosa che maggiormente mi colpisce, e che differisce enormemente dai monti che frequento abitualmente, è la forte antropizzazione di questi luoghi. Stiamo camminando a bassa quota, il nostro percorso ci porterà ad appena 1500, per cui il paesaggio non differisce molto da quello a cui sono abituato: vegetazione e boschi mi fanno sentire a casa. Le differenze vere sono due: panorama e nuclei abitativi. Salendo di quota si apre sempre più ai nostri occhi la vista della Val Cannobina, uno stretto lembo di terra compresso fra il lago ed il confine. Riusciamo a vedere anche un po' di Lago Maggiore ed ammiriamo le montagne "vere", quelle Alpi che costituiscono il confine naturale fra i due paesi. Siamo vicinissimi alla Svizzera. Mentre saliamo incontriamo tre piccoli centri di una dozzina di case ognuno e molte baite isolate. La maggior parte sono state ristrutturate e sono meravigliose case per le vacanze. Sono le abitazioni o le stalle usate dai pastori locali, che da molto tempo hanno perso la loro originaria destinazione d'uso e che oggi sono diventate seconde case per vacanzieri amanti della montagna e dell'isolamento. Terrazze deliziose, verande e tavolini all'aperto con vista spettacolare. Sono roso dall'invidia. Finalmente giungiamo all'Alpone e la sorpresa è totale. Chissà per quale ragione mi ero immaginato un alpeggio in quota, un pascolo in stile Burraia o San Paolo, invece l'Alpone è l'ennesimo centro abitato del giorno. La differenza è che è proprio arroccato in un punto incantevole, un vero scorcio montano da cartolina. Mangiamo un panino in fretta perché, se pur la giornata è bella, tira un vento che taglia. Dopo tutto siamo a fine novembre e non aver trovato neve è già miracoloso, considerato anche il fatto che sugli Appennini ne è già caduta tanta. Prima esperienza alpina positiva.
0 Commenti
Lascia una Risposta. |
Massimo
Massimo è sposato con Roberta ed è padre di 2 figli. Lavora tutti i giorni al computer e nel tempo libero scappa in montagna, il suo spazio libero fra foglie e nuvole. Archives
Agosto 2020
|