Deve avermi visto proprio in crisi mia moglie se, contro ogni sua abitudine e passione, organizza in fretta e furia un inatteso week-end dolomitico. Ma andiamo in ordine.
Venerdì mattina Roberta contatta Iulia, grande organizzatrice e appassionata di montagna, per affidarle gli aspetti logistici di un fine settimana volto a rigenerare e riequilibrare lo sfibrato marito. Non trovando una data conciliante a breve distanza Iulia prende in mano la situazione e sentenzia "Partiamo questa notte alle tre. Stupiscimi!" Alle tre del pomeriggio viene presa la decisione finale: alea iacta est. Cancelliamo tutti gli appuntamenti, andiamo a letto alle 22 e puntiamo la sveglia alle 2,30 del mattino. Con gli occhi ancora socchiusi e nello sguardo lo stupore di chi sta per fare una boiata pazzesca, saliamo sull'auto degli indomiti globetrotters Marco e Iulia alla conquista delle vette dolomitiche. Alle 7,30 sostiamo sulle rive del lago di Misurina. In giro c'è solo il fornaio. Paghiamo un salasso di pedaggio e saliamo al rifugio Auronzo dove troviamo solo il gestore e una assonnata famigliola tedesca. Alle 8 i nostri scarponi mordono già il selciato ghiaioso del sentiero che corre lungo il versante sud. In un certo senso siamo alle spalle di quelle che i locali chiamano "drei zinnen", le crode rosse regine e simbolo del sud Tirolo. Giunti alla sella lo stupore diventa incanto quando davanti ai nostri si para la vallata, il rifugio Locatelli e finalmente le Tre Cime di Lavaredo dal versante est. Scegliamo il sentiero alto, più spettacolare ma insidioso. Giunti al rifugio Locatelli ci sediamo per riposare, rifocillarci e riempirci gli occhi di questi panorami unici. Scendiamo di quota continuando il nostro ballo attorno alle Cime, come pianeti che ruotano vitalmente attorno al sole, pellegrini alla Mecca che compiono il loro giro rituale intorno alla pietra sacra, vergini celtiche danzanti attorno al palo. Riguadagnata quota a fatica giungiamo un po' stanchi al rifugio Langalm a 2283 metri slm. È un paradiso fatto di pietra e legno adagiato su un letto verde, lambito da un ruscello, affacciato su un piccolo specchio d'acqua, baciato dal sole e con vista privilegiata sul versante occidentale delle Tre Cime. Gustiamo succhi di mela e sambuco mentre scrutiamo un pazzo che si arrampica sulla cima ovest. Lasciato il rifugio risaliamo verso il rifugio Auronzo e per chiudere uno dei più classici anelli delle Alpi italiane. Non paghi proseguiamo la nostra visita per ammirare due dei laghi di montagna più belli al mondo: Braies e Carezza. Paradossalmente siamo venuti per ammirare le montagne ma pare che il leitmotiv di questa fugace visita non siano la roccia e gli alberi ma l'acqua: da Misurina a Braies a Carezza per passare attraverso i numerosi specchi alpini che impreziosiscono queste cime come smeraldi incastonati nella pietra e dove, come negli affreschi di Michelangelo, il dito dell'uomo tocca per un momento quello di Dio.
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Massimo
Massimo è sposato con Roberta ed è padre di 2 figli. Lavora tutti i giorni al computer e nel tempo libero scappa in montagna, il suo spazio libero fra foglie e nuvole. Archives
Agosto 2020
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