L'antico ponte in pietra di Ridracoli. Ridracoli non esiste più. Oggi è una località famosa per la sua imponente diga, che abbevera tutta la Romagna, ma il paese di un tempo è un fantasma in mezzo al verde. Parto dal vecchio caseggiato e mi incammino su un sentiero sterrato e pietroso, poco bello per i miei gusti. Appena entro nel bosco sento un rumore poco distante. In queste montagne non sai mai chi puoi incontrare ed io sono un camminatore prudente; sbatto due volte i miei bastoncini per fare sentire la mia presenza e sento il rumore di un galoppo: sbucano dalla boscaglia 4 cerbiatti, che attraversano di corsa, e in fila indiana, un prato aperto. Si fermano al margine della boscaglia e restano qualche secondo all'ombra. Vorrei fotografarli, ma sono più rapidi di me e scappano nel bosco. E' stato comunque un incontro suggestivo. Nell'ombra l'assassino? A proposito di cerbiatti che corrono felici fra i prati, poco dopo trovo il teschio di un animale. Quale animale sia non ne ho idea, le mie competenze di etologo sono troppo limitate. Scatto una foto senza pretese e, solo al ritorno a casa, mi accorgo di un insolito particolare: il teschio proietta un'ombra e nell'ombra mi pare di vedere la sagoma del muso di un lupo. Che sia l'ombra dell'assassino? Proseguo in salita incontrando ruderi di antichi caseggiati: Valdoppia, Case Ronconi, Casette. Testimonianze di un passato, non troppo lontano, in cui l'uomo abitava questi boschi vivendo di allevamento, pastorizia e altre attività che oggi non garantiscono più il sostentamento. La fatica è tanta, la salità a San Paolo è lunga quasi 7 km e forse non sono anora abbastanza allenato. Non ho mai fatto tanta fatica. Mi siedo su una roccia per riposare e sento il rumore di un biker in discesa. Va molto piano perché la discesa è ripida, quindi ho il tempo di chiedergli quanto manca a San Paolo. Quando mi dice 2/300 metri mi rianimo e li faccio di slancio. Non sono ben preparato a cosa mi attende. San Paolo è una graditissima sorpresa. L'alpeggio è bellissimo e la vista che si gode tutto attorno mi emoziona. Chiamo subito Roberta al telefono perché mi dispiace che lei non sia qui con me, a godere di questo momento. Tutta la fatica è stata ripagata. Qui trovo l'antico casale diroccato e la storia ruba il posto alla natura. Nell'estate del 1943 San Paolo venne scelta come base partigiana e l'alpeggio a 1000 metri, divenne un campo di lancio per i rifornimenti degli alleati. Quando i tedeschi, di stanza a Biserno, si accorsero del traffico aereo notturno, decisero di attaccare San Paolo. A Biserno 12 partigiani scelsero di donare le loro giovani vite per rallentare l'avanzata tedesca e permettere ai compagni di organizzare una difesa e poi darsi alla macchia. Sconfitti i partigiani, i tedeschi distrussero quanto trovarono a San Paolo, per rappresaglia. Una storia commovente di coraggio e sacrificio, che rende ancora più emozionante il mio trek. Queste montagne hanno tanto da dare e tanto da raccontare.
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Massimo
Massimo è sposato con Roberta ed è padre di 2 figli. Lavora tutti i giorni al computer e nel tempo libero scappa in montagna, il suo spazio libero fra foglie e nuvole. Archives
Agosto 2020
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