La montagna è fatta di stagioni e rituali ciclici e tradizionali. Da alcuni anni per me non esiste appuntamento più atteso ed imprescindibile del richiamo evocativo del bramito. Quando arriva settembre è come se i cervi mi chiamassero nel bosco con il loro possente muggito fatto di toni bassi intercalati da tonanti sonorità. Quest'anno ho in programma due appuntamenti e, come sempre, la confessata speranza di avvistare il re della foresta. Salgo in auto alle 7,30 del mattino in compagnia di carissimi amici che non hanno mai vissuto questa esperienza: si tratta delle coppie Marco-Iulia ed Enzo-Concetta. La passione che ci unisce alimenta una convivialità che rende gradevole il viaggio di avvicinamento al teatro dove anche oggi la natura metterà in scena il suo spettacolo. A causa di un infortunio Concetta mi chiede di organizzare un percorso leggero, non troppo lungo e con un ragionevole dislivello. Scelgo il sentiero che a mio avviso si addice maggiormente alle sue richieste e percorriamo l'anello della Linea Gotica che, a parte un paio di semplici strappi, si dipana nel bosco prevalentemente pianeggiante. Tento di condividere con il gruppo le curiosità storiche dell'anello ma ottengo in cambio solo evasive risposte di circostanza: la storia della Seconda Guerra non è la loro principale passione e oggi comunque tutto passa in secondo piano. Ciò che desiderano davvero è vedere i cervi. Io so bene che la cosa è piuttosto difficile, avendo collezionato tante delusioni, ma so che è altrettanto facile udire almeno i loro potenti bramiti. Sul crinale alto c'è un silenzio assordante: dove sono finiti i cervi? Proprio mentre inizio a lamentarmi ad alta voce incominciamo a sentire in lontananza i lamenti di qualche maschio. I suoni trasportati dal vento non sono distinti e svelano una certezza: chi li sta emettendo si trova a considerevolmente distanza. Quando arriviamo al bivio che potrebbe chiudere il breve anello della Linea Gotica sale però da fondo valle un richiamo più distinto e potente: sono almeno due maschi che rivaleggiano contendendosi e rivendicando la supremazia territoriale. Sembra una rissa fra bulli e restiamo fermi per alcuni minuti, muti spettatori di un concerto antico quanto il mondo. L'episodio restituisce entusiasmo e, quando propongo di proseguire, il gruppo accetta compatto. Proseguiamo verso Croce Gaggi fra fotografie di funghi, ammirando il nuovo foliage autunnale, gustando cantucci al bergamotto, parlando di cibo e viaggi, ammirando i colori del bosco con lo sguardo perso fra rami dipinti su una tela blu e ascolando il canto di battaglia degli ungulati a fondo valle. È una bellissima giornata di primo autunno, il cielo è sgombro e i bramiti spazzano lontano anche le nuvole. Il tiepido sole di fine settembre scalda il cuore e scioglie problemi ed ansie come rugiada sul prato, facendomi dimenticare per poche ore chi sono. Oggi sono una creatura del bosco, oggi sono un tassello di un puzzle in questi boschi antichi, oggi sono fratello dei cervi, oggi sono spettatore e attore, oggi sono padrone ed ospite di queste foreste. I cervi non sono più animali ma druidi che gridano al vento la loro formula magica ed io sono vittima rapita ed affascinata dal loro incantesimo. Oggi il domani sembra così lontano, incastrato fra le note di questi bramiti e il mondo si ribalta in un sottosopra aulico. Sotto i miei piedi c'è il cielo e sopra la mia testa le foglie. Il falso si ammanta di vero ed il vero si veste di bugia. Domani verrà e spezzerà questo incantesimo ma oggi nell'aria c'è così tanta magia che sembra che il domani non verrà mai. Le bellissime foto di Iulia
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Massimo
Massimo è sposato con Roberta ed è padre di 2 figli. Lavora tutti i giorni al computer e nel tempo libero scappa in montagna, il suo spazio libero fra foglie e nuvole. Archives
Agosto 2020
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