Quando ricevi un invito gradito si dice che si tratta di un invito a nozze. A me quando mi invitano a nozze in realtà mi fanno un torto. Non ho nulla contro l’istituzione del matrimonio, tutt’altro, e non ho neppure nulla contro chi ama partecipare ai matrimoni. Semplicemente sono happening che non gradisco: tanta gente sconosciuta, tanti formalismi, i balli che non voglio ballare, la qualità del cibo spesso scarsa. Insomma una grossa scocciatura e, ultimo ma non ultimo, il peso economico del regalo che non puoi esimerti dal fare. Quando si parla di inviti matrimoniali io la penso come il buon Brignano. Invece un mesto fa mi hanno fatto veramente un invito a nozze, nel senso più nobile del termine. Un gruppo di amici mi dice: vorremmo tanto fare un’escursione nelle Foreste Casentinesi ma non sappiamo dove andare e non conosciamo i sentieri, non è che tu ci faresti da guida? Questo è un bell’invito. Ci incontriamo alle 7,30 al bar Belle Epoque per una sostanziosa colazione e alle 8 partiamo a bordo della Multipla paterna che accoglie il gruppetto di sei persone aggregatosi alla gita. Io sono al settimo cielo, come un bimbo la mattina di Natale. Con noi c’è Marco, che ama la montagna ed ha fatto anche qualche ferrata, c’è l’amica Heidi che da buona tedesca è appassionata di attività outdoor (questo popolo ce l’ha nel sangue); ci sono gli amici Davide e Silvia con i quali abbiamo parlato mille volte di montagna ma con i quali non sono mai riuscito a fare mezzo metro nei boschi ed infine c’è Roberta, la mia pigrissima compagna romana, che piuttosto che scarpinare con me preferisce tradirmi con il signor Divano. Eppure in rari occasioni riesco a coinvolgerla, devo ricorrere a stratagemmi ed esche sempre più complesse. Questa volta non è difficile, gli amici citati sono tutti membri dell’associazione Croce Blu dove presta servizio Roberta e non potrebbe mai mancare. Ho scelto un must delle Foreste, che non lascia mai a bocca asciutta i veri amanti delle montagne, quel San Paolo in Alpe dove tempo fa ho portato dei falsi amanti delle montagne (leggere il post n° 73). Lasciamo l’auto a Case Fiumari e partiamo all’attacco del sentiero scoperto che sale ripido verso Campodonato. Dopo pochi metri si stabiliscono le gerarchie: Davide e Silvia salgono bene, io e Heidi cerchiamo di collegare il gruppo, in coda arrancano Marco e Roberta. In realtà non credo che Marco non ce la faccia, è solamente più galante del sottoscritto e cammino al suo fianco per sostenerla nell’ora del dolore. Roberta sale maledicendo la sua pigrizia (per una volta non maledice lo scrivente…) e la sua scarsa attività durante il periodo invernale. Comunque fra frizzi e lazzi arriviamo alla valanga che precede il cimitero di San Paolo. Mi accompagna la non celata speranza di mostrare agli amici i veri padroni di San Paolo, quei daini numerose volte ho ammirato brucare liberi nel pascolo, anche in condizioni non ideali. Al cimitero lascio l’allegra combriccola e salgo ansioso i pochi metri che mi dividono dalla chiesa diroccata e dal pratone di San Paolo. Delusione. Il parto è seminato delle loro beffarde deiezioni ed anche devastato dall’ansiosa ricerca dei voraci cinghiali che hanno arato il campo con le loro affilate zanne, ma nulla più. Salgono anche gli amici e ammirano il panorama. San Paolo è sempre bellissimo, ma la prima volta che lo vedi ti innamori. Purtroppo il pathos è limitato da un fastidioso vento che spazza il pianoro e rende difficile sia il cammino che il dialogo. Troviamo un posticino riparato per sederci a mangiare qualcosa e ripartiamo alla volta di Poggio Squilla, sono gli ultimi sforzi in salita per oggi, infatti qui imbocchiamo la discesa che ci riporta all’auto. È una lunga e piacevole discesa in mezzo a una faggeta da sogno che si conclude al ponticello sul fiume a valle, dove ci fermiamo per alcune foto di rito, stanchi ma rigenerati. Ai matrimoni andateci voi, io preferisco mille volte il silenzio di San Paolo in Alpe.
1 Commento
Gabriele
27/3/2017 07:22:01 pm
Grande Massimo come al solito. Ah, se mi risposo, non ti invito!
Rispondi
Lascia una Risposta. |
Massimo
Massimo è sposato con Roberta ed è padre di 2 figli. Lavora tutti i giorni al computer e nel tempo libero scappa in montagna, il suo spazio libero fra foglie e nuvole. Archives
Agosto 2020
|