Se questi sono giganti, io sono alto due metri e venti. Ma procediamo con ordine. Dopo due settimane di vacanza calabra fra mare, piscina e fiume (concordo che lavorare in miniera sia peggio…), decido di prendermi la mia solitaria pausa montana. Affiora il mio spirito da lupo solitario e non trovo luogo migliore per isolarmi delle montagne silane, note per la presenza del re dell’Appennino. Sono reduce da un periodo di pigrizia e non posso permettermi lunghe cavalcate; in queste vacanze non ho fatto altro che sdraiarmi sul lettino, rosolarmi al sole e leggere fino allo sfinimento. Per non parlare della dieta: due settimane di capicollo, caciocavallo e melanzane ‘mbuttunate potrebbero ridurre ai minimi termini anche un atleta olimpionico. Decido quindi di fare rotta sulla riserva naturale di Fallistro, nota come la Riserva dei Giganti della Sila. Leggo su internet che il percorso è breve ma merita una visita. Mi sembra un taglio perfetto per la giornata, ma rimarrò abbastanza deluso. Arrivo alle 9 davanti ai cancelli e li trovo chiusi. Non mi stupisce il ritardo (siamo in Calabria, mica in Svezia…), ciò che mi stupisce un po’ è che ci siano dei cancelli. Un bosco recintato….bah. Mi faccio un giro ammirando il bel panorama e ritorno sul posto dove trovo un solerte bigliettaio che mi spiega il giro in calabrese estremo. Mi avvio e da subito resto un po’ deluso: comprendo che la necessità di preservare questa pineta imponga l’esercizio di regole e comprendo anche il fatto che per rendere fruibile la visita a persone di tutte le età si debba allestire un percorso facilmente agibile, ma non riesco a godermi la più strana camminata nel bosco che abbia mai fatto. Il tragitto è tutto pavimentato con assi di legno, il sentiero è costretto da una recinzione che impedisce ai soliti furbetti di avvicinarsi troppo alle piante e ogni albero monumentale è segnalato con una tabella che riporta altezza e circonferenza. Sarà anche perfetto per le scolaresche, ma per uno come me che ama la natura vera e libera e che vede negli alberi i veri signori delle montagne, trovo spoetizzante camminare in questo salotto verde. Sono abituato a camminare nei boschi su sentieri che non sono agevoli, ammirando queste creature longeve, muti testimoni di secoli di storia. A volte tocco gli alberi e ne sento vibrare l’energia. Qui invece mi sembrano animali in gabbia. Praticamente cammino in uno zoo di alberi. Inoltre la riserva è di dimensioni molto ridotte, inferiori alle mie aspettative e la visita si esaurisce in tempo breve anche se faccio il giro un paio di volte e mi attardo a fotografare numerose piante. Il termine “Giganti” mi pare un po’ abusato: ho visto alberi con un diametro maggiore e, probabilmente, più alti. Le targhe descrivono piante che superano i 40 metri di altezza ma a me paiono più bassi se prendo come riferimento il palazzo dove abito che misura circa 35 metri. Queste piante mi sembrano più basse, secondo me qui qualcuno fa il furbetto. Che i gestori della riserva barino sulle misure come fanno i pescatori? Comunque, al netto di tutte le mie critiche e perplessità, ammetto che le piante sono belle e maestose e meritano numerosi scatti. Amo scattare foto orizzontali ma qui, contrariamente alle mie abitudini, mi ritrovo a scattare quasi esclusivamente foto verticali.
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Massimo
Massimo è sposato con Roberta ed è padre di 2 figli. Lavora tutti i giorni al computer e nel tempo libero scappa in montagna, il suo spazio libero fra foglie e nuvole. Archives
Agosto 2020
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