Il giro di oggi non meriterebbe una formale relazione nel blog perché non si tratta di una vera e propria escursione, ma di una semplice scampagnata insieme a degli amici per fare un picnic last-minute. Però decido di inserirlo in questo diario online perché mi porta ad alcune riflessioni di un certo interesse, almeno per lo scrivente. Quando mi chiedi di trovare un bel posto di montagna dove fare un picnic, non puoi aspettarti che io risponda una anonima località in Valmarecchia. Per me montagna è sempre e solo Foreste Casentinesi, quindi guido quindi il gruppo fino a San Paolo in Alpe. Per me si tratta della visita numero mille, ma per alcuni amici è una novità assoluta e sono certo che mi ringrazieranno. Povero illuso. La prima volta che sono arrivato a San Paolo l’ho fatto salendo da Ridracoli, una lunga salita spaccagambe lungo un sentiero molto roccioso. Non mi è piaciuto quel sentiero, ma mi ha fatto apprezzare tantissimo la vista di San Paolo. Sono sbucato dal bosco per provare il caldo abbraccio del pascolo, in una giornata baciata dal sole. Ho ammirato rapito il panorama verso la diga e mi sono entusiasmato nello scoprire la storia partigiana della battaglia di Biserno. Adoro la faggeta che si attraversa arrivando dalla forestale e in questa stagione di fall-foliage mi riconcilia col mondo. Oggi poi San Paolo ci regala la vista di numerosi animali e, nonostante la compagnia di bambini rumorosi, vediamo almeno 20 daini in diverse formazioni. Mi accorgo però che i miei compagni di viaggio stanno vivendo emozioni diverse. Mentre percorriamo la forestale ammantata da foglie morte, io guardo estasiato la faggeta e dichiaro ad un amico: “Io adoro il bosco in questo periodo dell’anno.” Lui guarda lo stesso panorama con occhi spenti, poi si volta e mi dice: “Davvero?” Traduzione: “Davvero ti piace? A me fa cagare.” Arriviamo al pascolo e nessuno, con mio grande disappunto, commenta la bellezza del luogo. Però ci sono i daini e i daini sono una carta vincente, di certo gli piaceranno. Dopo alcuni minuti qualcuno dice: “Ma quando si mangia? Siamo solo venuti a vedere i cervi?” Alle mie orecchie la traduzione della frase blasfema è: “A me gli animali mi fanno cagare.” Dopo pranzo accompagno un amico a visitare l’antica chiesa e l’annesso cimitero, spiegandogli con trasporto emotivo la storia della comunità che ha abitato qui fino alla battaglia di Biserno. Camminiamo nel pascolo mentre altri quattro daini brucano serenamente poco sopra di noi. Ammiro il casale diroccato mentre le ultime luci della breve giornata autunnale gettano ombre lunghe sul prato. Lui si volta e mi dice: “Bello è bello, però a me piace più il paesaggio di mare.” La traduzione è: “questo posto fa cagare”. In conclusione dirò che la piccola Samantha (nome di fantasia per tutela della privacy) viene colta dalla più grande crisi di squaraus della storia. Umiliando gli adulti con la tipica sincerità dei fanciulli, passa dal non detto ai fatti e inizia a concimare già poco prima di raggiungere la sbarra della strada forestale. Per la serie: gli altri te lo dicono coi giri di parole ma io passo ai fatti. Ergo: per alcuni San Paolo in Alpe è un luogo dell’anima, per altri è semplicemente lassativo.
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Massimo
Massimo è sposato con Roberta ed è padre di 2 figli. Lavora tutti i giorni al computer e nel tempo libero scappa in montagna, il suo spazio libero fra foglie e nuvole. Archives
Agosto 2020
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