Tanta voglia di camminare e tanta voglia di vedere posti nuovi. Ma questa volta mi sono fatto un po' prendere la mano recandomi innegabilmente un tantino fuori mano.... Come da lungo tempo programmato raggiungiamo l'antica Cristiania a bordo di un volo Norwegian per incontrare due cari amici che ci accolgono a braccia aperte in questa terra verde come le mie tasche. Dal primo momento mi innamoro della Norvegia, terra ricca di un nulla che riempie le orecchie e la vista di suoni melodiosi e panorami incantati. Con gli occhi spalancati sul mondo come carte assorbenti, per rubare le parole al vate emiliano, ammiro il fiordo di Oslo e la sua costa frastagliata, le mille isole che lo punteggiano come fiori sull'acqua, le dimore colorate e decorate che incorniciano la costa come bimbi in attesa di buttarsi nelle fredde acque norvegesi. Ammiro la voglia di vita e calore che spinge questo popolo a tuffarsi in un mare gelato che farebbe morire di crepacuore una madre italiana, ammiro la capacità di questo popolo di rispettare e rispettarsi, di vivere senza fretta e patemi, forse perché costretti sin dall'infanzia a comprendere che esiste qualcosa di più grande ed ineluttabile, una natura soverchiante che riposa come un gigante apparentemente placido ma che in qualsiasi momento può destarsi e fare sentire la vera voce del padrone. Qui il freddo è davvero freddo, la luce è davvero luce e la notte è davvero buia. Gli uomini sono alti e silenti, come cani di grossa taglia che non hanno bisogno di abbaiare sguaiatamente per dichiarare la loro forza. Le donne hanno i capelli colore del sole e gli occhi blu come l'acqua di lago; hanno sguardi gentili e mani forti che però scelgono di usare per decorare i loro giardini di fiori e colori. La mia guida è Hans, il gigante buono che mi porta a spasso per la Norvegia come un padre paziente farebbe con un bambino desideroso di andare a Gardaland. Con pazienza spreca un intero giorno di ferie e guida per oltre tre ore all'interno della regione dell'Østlandet , mentre io ciancio con gli occhi incollati al finestrino, mai pago di alberi e laghi. Sostiamo a circa mezz'ora dalla meta per rifocillarci ed io guardo con interesse un roll-up che elenca i predatori di zona: orsi, lupi e linci. Una lince, come mi piacerebbe vedere una lince. Ma so bene che è più facile trovare una persona onesta in Parlamento, quindi non oso sperare tanto. Vorrei almeno vedere un cervo o un'alce. Mi accontenterei anche di una renna, magari con le zampe attaccate al suolo, non necessariamente volante. Nulla. Questa terra è ricca di flora ma avara di fauna, almeno con il sottoscritto. Deve essere la maledizione dei cervi casentinesi. Iniziamo a camminare in un villaggio di Hytte, le antiche dimore contadine che venivano utilizzate dai pastori e dai coloni nelle zone più isolate del paese. Oggi sono ristrutturate o costruite con un voluto tocco vintage, perché sono diventate apprezzate dimore di villeggiatura. Lasciato il caseggiato entriamo nel bosco di Hansel e Gretel camminando su sentieri di muschio alto e soffice. Vedo tante piante che non conosco ed ammiro il volo di uccelli a me ignoti. Mi sembra di esplorare un nuovo mondo e mi sento come se fossi entrato nel set del Signore degli Anelli. Il percorso è molto facile, prevalentemente pianeggiante e saliamo leggermente senza percepire il dislivello. La montagna cambia e gli alberi si fanno più radi. Hans vorrebbe tornare indietro per farsi abbracciare di nuovo dal bosco, ma davanti a noi si para un colle ed io non resisto al richiamo della salita. Lo sprono a proseguire e trovo anche l'innegabile traccia di un lupo. Guadiamo un torrente e ci inzaccheriamo su questo terreno irrigato e allentato. Ora gli alberi sono scomparsi e davanti a noi si staglia una cima sulla quale campeggia una sagoma turrita, una torre di guardia posta sull'unico picco di questa piana altrimenti spoglia e monotona. Salgo verso la vetta e scopro che il guardiamo è un Golem muto fatto di pietre. Da qui lascio vagare il mio sguardo su ali d'aquila, libero di esplorare per chilometri in ogni direzione, senza impedimenti. La Norvegia sembra diventata la Scozia di William Wallace, aspra e morbida al contempo. Oltre la linea dell'orizzonte una cortina di foschia svela le cime più alte del paese, ammantate di neve perenne. Terminata l'incursione sulla cima di Trommenatten salutiamo il milite di sassi e ci rituffiamo nel bosco per ritornare nella civiltà. Ma il mio cuore è rimasto quassù, tra renne e Troll, tra orsi e vichinghi, tra ghiaccio e luce, tra fiordi e abeti.
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Massimo
Massimo è sposato con Roberta ed è padre di 2 figli. Lavora tutti i giorni al computer e nel tempo libero scappa in montagna, il suo spazio libero fra foglie e nuvole. Archives
Agosto 2020
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