Camaldoli, luogo di riposo e meditazione. Oggi è il compleanno di Giacomo e, invece di rimanere a casa a festeggiarlo, ce ne andiamo a camminare per i boschi lasciando tutti e due i nostri figli a casa! Siamo due genitori di serie C. In realtà Giacomo ha voluto spostare la sua festa alla prossima settimana ed io ne ho subito approfittato. Quest'anno, per varie vicissitudini, in due settimane di ferie non sono riuscito a fare un giretto come volevo, a parte l'escursione calabrese, e mia moglie pazientemente asseconda le mie fregole proprio l'ultimo giorno utile prima del rientro al lavoro. La sua non è passione. E' dedizione. E' passato tanto tempo da quando non siamo usciti solo io e lei e i nostri figli, con un altruismo che ci commuove (....), restano a casa per permetterci questa romantica passeggiata. Da tempo ho nel mirino la lunga cavalcata che porta dall'eremo di Camaldoli al Passo della Calla (22km avanti/indietro) e oggi colgo l'occasione per fare con Roberta il primo tratto del percorso. Partiamo da Prato Penna percorrendo l'ampio viale alberato che solca agevolmente il crinale. La giornata è calda, ma l'ombra, il vento e l'altitudine ci concedono un piacevolissimo refrigerio. Il viale alberato che parte da Prato Penna. Roberta subisce il fascino di questo sentiero dove gli alberi sembrano granatieri disposti in parata: il bosco sembra aprirsi reverentemente al nostro passaggio. La salita è impercettibile ed agevole, consentendo il piacere del percorso e della conversazione. Tante altre persone hanno condiviso la nostra idea e sul sentiero incrociamo coppie, allegre famigliole e viandanti solitari, tutti con un immancabile sorriso dipinto sul volto. E' l'effetto della cura montana, che dispone i cuori alla serenità. In men che non si dica arriviamo al crocevia di Giogo Seccheta e sostiamo per il pranzo: solo frutta. Ci siamo spinti abbastanza oltre, abbiamo pur sempre due figlioli che ci aspettano a casa e riprendiamo la strada di casa. In ossequio alla mia avversione per i percorsi tutti uguali e non potendo comunque praticare un anello vero e proprio, propongo una deviazione accolta con sospetto da Roberta. Lasciamo il crinale a Prato Bertone per una ripida discesa che ci porta alle spalle dell'eremo camaldolese. Sostiamo per un paio di foto ad un gigantesco abete bianco e per una insolita panoramica sul retro del complesso monastico e ci inerpichiamo sul sentiero che, in ripida salita, ci riporterà sul viale che riconduce al punto di partenza. I sospetti di Roberta si trasformano in realtà e lungo la via mi infama perché "se non mi fai soffrire non sei contento" e "fino a qui era stata una bellissima giornata". Esternamente mi mostro solidale, ma internamente mi sto divertendo un sacco. Vederla sbuffare e sentirla imprecare in vernacolo capitolino è un insolito piacere! Lungo questo strappetto però due sorprese alleggeriscono la fatica: il suono distinto di un picchio intento a scavarsi il nido e, nientepopodimeno che, una casa di hobbit! In effetti la porta è deludentemente quadrata e non tonda, ma non resisto alla tentazione puerile di farmi fotografare mentre busso alla porta di quella che potrebbe essere Casa Baggins. Non mi ero accorto che avessimo camminato tanto da arrivare alla Contea....
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Birro romagnolo con Aspromonte sullo sfondo. In questa torrida estate ci siamo finalmente decisi a venire in Calabria. Questo lungo lembo d'Italia proteso verso la Sicilia, che s'incunea tra due mari, sembra il luogo meno adatto per un appassionato di montagne, ma non lesina sorprese. La Calabria è una lunga schiena d'asino con il ventre a mollo tra lo Ionio e il Tirreno; la schiena è composta da due catene montuose, la Sila e l'Aspromonte, più famose per la buia stagione dei sequestri che per le bellezze naturalistiche e paesaggistiche. Ho messo il muso veramente poche volte fuori dalle mie amate montagne, ma ogni volta che l'ho fatto il confronto è stato in attivo. Il Parco delle Foreste Casentinesi è veramente un salottino, ben gestito, ben segnalato e ricco di documentazione. Anche il Parco nazionale dell'Aspromonte non regge il confronto. Però va oltre le aspettative dei nostri parenti calabresi, che ritenevano fosse organizzato solo sulla carta. Non è così: a Locri trovo un piccolo centro visitatori, una carta dei sentieri e sulle montagne incontriamo parecchi segnavia. Giacomo s'atteggia.... La sorpresa positiva non va oltre però: la carta è un po' rudimentale e la segnaletica sul sentiero assente. Non posso dire di avere girato tutto l'Aspromonte però: il mio giudizio si limita alla zona esplorata da me e Giacomo. Il mio compagno di giornata è proprio Giacomo, che sono riuscito a strappare per mezza giornata al fascino dei motori, visto che sino ad ora ha trascorso la metà delle vacanze nell'officina dei cugini. Scegliamo il trekking più vicino a noi e in mezz'ora siamo già sul posto. Una gran bella comodità rispetto alle quasi due ore d'auto che devo farmi ogni volta partendo da Rimini. Zomaro ha il fascino di una località alpina, anche se siamo a pochi minuti dal mare. E' il fascino contraditorio della Calabria. Il percorso è molto facile, forse troppo, ma ci concede la possibilità di chiacchierare lungamente in libertà, come capita di rado: fotografia, film, libri, religione e, immancabilmente, videogiochi che, nel caso di Giacomo, è la stessa cosa che parlare di religione.... E' veramente un trek father and son, anzi, patre e figghiu. Dopo alcuni chilometri la pista si fa confusa e, onde evitare di ritrovarci sul terreno di compare Turiddu ed essere salutati a luparate, torniamo verso il campo base; abbiamo percorso poca strada e chiedo a Giacomo se ha voglia di prendere un altro sentiero. Alla sua risposta affermativa imbocchiamo un largo sterrato pianeggiante, perfetto per i nordic walkers, tutto immerso in una pineta lussureggiante. A parte una mandria di 22 mucche (!) non incontriamo nessuno e percorriamo agevolmente altri 8km. E' proprio ora di fare basta, abbiamo camminato per 15km e ci meritiamo una sosta al chiosco di leccornie calabre. Solitamente i miei trek non prevedono grandi libagioni, soprattutto in solitaria, e il mio menù e quasi sempre lo stesso: barrette ai cereali e banane, per il potassio. Oggi sterzo di brutto: panino con capicollo! Un migliaio di calorie a boccone. Scopro però che il peperoncino è più tonificante delle barrette. Sarei già pronto per ripartire! |
Massimo
Massimo è sposato con Roberta ed è padre di 2 figli. Lavora tutti i giorni al computer e nel tempo libero scappa in montagna, il suo spazio libero fra foglie e nuvole. Archives
Agosto 2020
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