Passo della Crocina Ancora una volta piacevolmente solo. Questa volta parto dal mio paese preferito, Badia Prataglia. Se avessi i soldi comprerei una casetta qui, per potermici rifugiare ad ogni occasione utile. Da qui partono anche mille sentieri che si incontrano con altri mille sentieri; praticamente partendo da Badia puoi scegliere tante soluzioni, senza quasi mai ripetere lo stesso itinerario. Preoccupato dal fatto che possa fare buio presto, arrivo all'alba in paese. Arrivo così presto che sono il primo cliente del bar. Qualche dritta dall'assonnata barista (pessimo cornetto) e salgo a Pian dell'Agio camminando su un tappeto di ricci. E' stagione di castagne e chi mi ha preceduto non ha lasciato nulla. Poco male, non sono qui per le castagne. La mia meta è il passo della Crocina e scopro presto perché si chiama così: c'è una minuscola croce in legno. Il bosco in questa stagione da il meglio di se: colori, profumi e suoni; sembra di passeggiare in una favola nordica. Proseguo sul crinale che si butta sulla foresta della Lama. Il bianco/grigio degli alberi, il rosso delle foglie e la nebbia danno un tocco fiabesco al panorama. Se mi sbucasse davanti un vampiro non mi stupirei affatto. In fondo, immersa nella nebbia, la foresta della Lama. Mi stupisce di più trovare persone accovacciate fra i cespugli: due qui, una là, altre poco oltre; non sono solo, ci sono almeno 30 persone acquattate con un libretto in mano che disegnano arbusti e flora del sottobosco. Botanici? Studenti d'arte? Fuggiaschi da una clinica psichiatrica? Ognuno vive la montagna a modo suo...
0 Commenti
Avevo una gran voglia di compiere questa "impresa": la salita da Campigna fino a Monte Falco, la cima più alta del Parco. Ho scelto una stagione bella e una giornata infame. E' il periodo degli amori per i cervi. Le femmine attratte dai possenti bramiti dei maschi, convergono nella radura scelta per l'accoppiamento e se due maschi si incrociano è scontro senza sconti. Purtroppo è una nebbiosa mattina ottobrina, più tempo da lupi che da cervi. Salgo l'antico sentiero che porta al valico della Calla, sulle orme di migliaia di altri viandanti che hanno percorso questa strada prima di me, mossi dalla necessità e non dalla passione: boscaioli, cacciatori, mercanti, carbonai che per secoli hanno percorso questa strada. Oggi è solo un sentiero per trekker; chi vuol salire al valico lo fa in auto e sosta nel comodo piazzale della Calla, dove il cippo ai partigiani e il chiosco dei panini ti accolgono in questo pertugio fra i monti che legano in un abbraccio Romagna e Toscana. Il cippo alla Calla, avvolto dalla nebbia. Supero il chiosco (panini con finocchiona fantastici) e salgo alla Burraia: sbucato nella radura mi perdo. E' una scena alla Amarcord. La piana è affogata dalla nebbia e vedo solo a pochi passi da me; da monte Gabrendo giunge un suono che non ho mai udito. Ora capisco: è un bramito! Abbandono zaino e bastoncini e cammino quatto in direzione del bramito. Se mi scambia per una femmina sono guai... Per mezz'ora giochiamo un gioco nel quale sono battuto in partenza. Bramito, qualche passo in quella direzione. Silenzio. Di nuovo bramito, di nuovo i miei rumorosi passi nel sottobosco e nuovamente il silenzio. Il cervo si prende gioco di me e rinuncio alla "caccia" gridando: volevo solo farti una foto! Sulla cima del Monte Falco. Deluso per il mancato incontro ritrovo la via e salgo a Monte Falco; dopo una foto in posa tronfia poggiato alla targa, proseguo per la cima, più famosa, del Monte Falterona. Fantasmi di metallo sbucano nella nebbia, sono i tralicci degli impianti di risalita, un tentativo anni 70 di trasformare queste cime in località sciistica per i romagnoli; mettono un po' tristezza. La discesa è agevole, incomincio a sentire la stanchezza e temo che inizi a piovere da un momento all'altro. Non ho potuto fotografare il cervo, ma è stato comunque un trek meraviglioso, il mio primo in solitaria. Da ripetere. |
Massimo
Massimo è sposato con Roberta ed è padre di 2 figli. Lavora tutti i giorni al computer e nel tempo libero scappa in montagna, il suo spazio libero fra foglie e nuvole. Archives
Agosto 2020
|