Dolce Supplì...zio. Portare Giacomo in montagna non è difficile. Con Roberta l'impresa e un po' più ardua, ma stanare Valentina dalla sua comoda tana è quasi una "mission impossible". Usare il bastone in questi casi non funziona. Provo allora a farle penzolare davanti al viso una carota. Il desiderio di fare una bella passeggiata è grande, ma quello di trascorrere una giornata con i miei cari è maggiore e allora mi invento la Grande Festa della Famiglia e, tra frizzi e lazzi di mia moglie e dei miei figli, allestisco un programma "pirotecnico" e allettante. Il programma è volutamente sempliciotto, ma gli ingredienti della mia ricetta sono graditi, anche se per loro è più divertente prendermi in giro che ammettere il successo della mia iniziativa. Invitiamo un'amica della Vally, prima scelta vincente; colazione al forno con cornetti caldi e partenza per Prato Penna. Altra scelta vincente è la morbidezza del percorso, che abbiamo saggiato io e Roberta solo 15 giorni fa. Con noi c'è anche Isa, la qual cosa ci mette al riparo anche in caso di un attacco grizzly.... Dopo 100 metri Valentina lamenta un inesistente dolore al piede e suo fratello mi guarda con scetticismo; il suo pensiero lo ha scritto in volto: "i tuoi trucchetti non possono nulla contro la pigrizia di mia sorella". Ma ho molte frecce al mio arco e non mi perdo d'animo. Le tolgo la scarpa, la calza, le massaggio il piede e verifico che non ci sia nulla a darle fastidio. La gita riprende e la piacevolezza del sentiero ha la meglio. Il percorso si snoda in mezzo al bosco e si formano due gruppetti, con Isa a far da spola: in testa io, Roberta e Giacomo e 30 metri più indietro le due pischelle in piena fase pre-adolescenziale: non smettono un minuto di parlare. Il mio obiettivo è portare il gruppo al Passo Porcareccio, a un chilometro da Poggio Scali, per poi abbandonare le donne e farmi un capatina sul poggio insieme a Giacomo, ma a mezzo chilometro da La Scossa la ciurma incomincia a rumoreggiare per la stanchezza e per la fame, allora non tiro la corda; è ora di pranzo e ci sediamo per terra sul prato de La Scossa. E' un pic-nic in grande stile con plaid, tovaglia, piatti e posate. La sera prima ho preparato un cesto pieno di supplì, uno stravizio di frittura che possiamo permetterci dopo oltre 3km di camminata nel bosco. Insalata caprese, cacciatorini e pane toscano comprati a Badia Prataglia e, per alleggerire la coscienza, carotine di contorno con pesche per dessert. Praticamente abbiamo consumato 200 calorie e ne stiamo incamerando 2000. C'è solo uno zero di differenza ma lo zero, si sa, non vale nulla. Giacomo ai 1520 mt. slm di Poggio Scali Mentre Roberta valuta la pennica, io guardo il sentiero che sale a Passo Porcareccio. Valentina e la sua amica Celeste mi inceneriscono con lo sguardo e capisco in un nanosecondo che ho perso la metà femminile della spedizione. Poco male, sono riuscito a farle percorrere già oltre tre chilometri. Ci separiamo e pianifichiamo la reunion all'eremo ed io e Giacomo partiamo; pochi metri dopo avere attaccato la salita ci accorgiamo che non tutte le femmine del gruppo ci hanno abbandonato: Isa ha scelto di venire con noi e ci segue trotterellando. Calcolo la percorrenza e mi rendo conto che seguendo queste due diverse strade, noi dovremo camminare per circa 9km contro i 3 delle ragazze ed imprimo un ritmo sostenuto all'andatura perché mi dispiacerebbe farle aspettare tanto al meeting point. Il primo tratto è un po' impegnativo, ma poi il sentiero si fa ampio e largo, pur rimanendo in leggera salita. D'altronde dobbiamo arrivare ai 1520 metri di Poggio Scali. Alle mie spalle Sasso Frattino, a sinistra il crinale che conduce al Passo della Calla. L'argomento discusso con Giacomo è la scuola, a motivo dell'imminente rientro. Come è normale che sia, ha un po' l'angoscia che assale tutti nel periodo di fine vacanze. Cerco di rincuorarlo con le banalità che deve dire un padre in queste occasioni, ma credo fermamente nel fatto che lui stia costruendo il suo futuro e che molto di ciò che sarà e farà da adulto, dipende dalle scelte che lui oggi considera di scarsa importanza. All'improvviso vediamo un'oasi di cielo in mezzo a tanti rami: Poggio Scali è a un passo da noi e a un passo dal cielo. L'ultima volta che ci siamo stati Giacomo aveva 4 anni e non ricorda nulla. Poggio Scali è una torre di guardia che la natura ha posto fra Romagna e Toscana. La giornata è bellissima e il cielo sereno ci permette una chiara visuale del panorama. Un po' di foschia, forse l'inquinamento, ci impedisce di vedere il mare, ma la vista è spettacolare. Sotto di noi si apre la Riserva Naturale e Integrale di Sasso Frattino, perla verde dell'Appennino. Il tempo di qualche scatto e due chiacchiere con una coppia di Firenze e ripartiamo in direzione eremo di Camaldoli. Raggiungiamo le nostre donne e le troviamo addormentate dentro l'auto parcheggiata sotto le fronde di un abete. Non c'è tempo per dormire, la Grande Festa della Famiglia non è finita: a casa ci aspettano un film in prima visione e una meritata banana-split! Anche oggi lo stimolo ha vinto sul comando. E' bastato sostituire alla tradizionale carota, un cesto di supplì.
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Massimo
Massimo è sposato con Roberta ed è padre di 2 figli. Lavora tutti i giorni al computer e nel tempo libero scappa in montagna, il suo spazio libero fra foglie e nuvole. Archives
Agosto 2020
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