VERSIONE SHORT Salsicce, cipolla, fagioli, pane. Ma quanto cacchio costa il pane? Si parte alle 14, Monti col cartello da autostoppista, arrivo alla sbarra, piove che Guido la manda, non c'è la legna, prepara il chili. Ma quanto siete brutti, fatevi la barba, Franz è sempre uguale, chi è quel vecchio allo specchio? Arrivano gli altri, chi li va a prendere? Grazie Sandro, se non c'eri te chi le bruciava le salsicce? Panò tu sì o cummuoio... C'è Beppe a sorpresa, Mirko si è portato anche i pensili della cucina, Tognacci 2 bustine di tè, Giacomo ultimo come le palle del cane. Rinaldo bevi qualcosa che la disidratazionè è pericolosa. Cacchio come piove, vengono giù anche le Fanta. "Zezungobocco" che cacchio è? Tutti con la maglietta, tanti auguri a noi, inno del corpo sciolto, Albachiara, Panò tu sì o cummuoio... Povero Gastone, quello di Tocia fa ombra, rifugi per meditazioni spirituali in Austria. Castagne, ciambella, luverie. Fate piano che Emi è Gasty dormono, Montemaggi non saluta nessuno, partita a carte, Ago deve andare a lavorare, Beppe deve andare in stazione, il calcino della buonanotte, non bastano i letti dormo su una panca. C'è il sole, un daino fuori casa, biscotti, caffè, pulizie, camminata. Il Cuoco è un mentitore seriale, no one left behind, "Beppe aspettaci al bar!", Melu ce la fa, foto di gruppo, "scatto"!!!! Ristorante numero 1 di Biserno su Tripadvisor, c'è anche Ludovico Einaudi, "io mangio solo verdure", toto-conto Tocia style, tutti fuori. Ci offrono da bere, tutti dentro. Panò tu sì o cummuoio... È stato tanto bello ho pianto tanto. Ciao. VERSIONE FULL Abbiamo camminato meno di 3 chilometri in meno di un'ora e in condizioni normali non inserirei questo brevissimo hike nel blog, ma le condizioni non sono affatto normali e non voglio perdere memoria di questa escursione da due soldi che per me vale quanto la traversata delle Alpi. Complice Rinaldo nei panni di segretario/consigliere decido di organizzare una Reunion della Rex Company a distanza di circa 30 anni. Vorrei trascorrere un serata a mangiare e cantare davanti a un camino acceso, come abbiamo fatto tante altre volte quando avevamo meno chili e meno pensieri, ma non sono nemmeno certo che mi prendano in considerazione. L'appello invece ha un successo inatteso e nel giro di un paio di giorni incasso un numero di adesioni superiore alle mie più ottimistiche previsioni. Non ho tenuto conto di un fattore del quale mi rendo conto quando Michele propone una serata di prove a casa sua insieme a Sandro: le amicizie che affondano le loro radici nel periodo dell'adolescenza fanno crescere alberi con un tronco solido che nemmeno il tempo può scalfire. L'incuria degli anni non è sufficiente per abbatterlo, perché dentro resta una linfa vitale che, se pure invisibile agli occhi, permette al vecchio albero di produrre ancora frutti dolcissimi. Ed è questo il sapore che hanno gli abbracci con i quali voglio salutare ognuno di questi cari amici. Sono abbracci dolci che mi entrano nel cuore. Mi accorgo che più è lungo il tempo della separazione, più è lungo il tempo dell'abbraccio, quasi a volere espiare con quel gesto la "colpa" della separazione. Sembra quasi un modo per dire senza parlare: perdonami se ti ho lasciato per un po', ma non ti ho mai dimenticato. Sono troppo profonde queste radici ed è sufficiente il tempo di salutarci per spalancare una porta spazio/tempo e viaggiare fino a Montemezzano, al campeggio sul Trasimeno, nella tenda a Camaldoli o sulla barca dello zio Giorgio, un altro dal quale mi sono separato ma che non ho mai dimenticato. Improvvisamente ci ritroviamo tutti qui, a bighellonare intorno al camino, a mettere il naso in cucina, a bere qualcosa mentre vogliamo sapere dove siamo stati e cosa abbiamo fatto in tutti questi anni. Ma di cosa si alimenta un'amicizia vera se non di prese per i fondelli? E allora si trascorre la serata a dire come si dovrebbero cuocere le salsicce, a contestare le scelte di Paolo su quantità e qualità delle bevande, a cantare la Panozzi Song, a bullizzare il povero Beppe mentre questo prende involontariamente di mira l'altrettanto povero Gastone. Da cosa si riconosce la vera amicizia? Dal fatto che ride più la vittima della presa in giro di colui che sfotte il malcapitato di turno. Il calendario dichiara inesorabilmente che sono passati trent'anni, ma a me sembra di essere nella casa dei miei nonni quando arrivavamo con il PX125 per fare serate a cantare davanto al camino. A parte l'inevitabile dazio pagato a Messer Tempo, mi sembra che non sia passato un minuto quando Michele suona il primo accordo ed io soffio le prime note di una armonica che ho lasciato troppo a lungo nel cassetto. Qualcuno una volta mi ha detto che durante gli anni delle dittature e dei desaparecidos, le persone si salutavano dicendo: "non potranno mai rubarci quello che abbiamo ballato". Ovvero potranno farci di tutto, ma non potranno mai toglierci il tempo felice e i ricordi. Ci sono cose di vero valore che risiedono nel cuore e che niente e nessuno può portarci via. Certamente l'amicizia è una di queste ed allora oggi, giunto al traguardo non ambito delle 50 primavere penso: Messer Tempo tieniti i capelli, tanto gli amici e i ricordi non potrai mai rubarmeli.
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Massimo
Massimo è sposato con Roberta ed è padre di 2 figli. Lavora tutti i giorni al computer e nel tempo libero scappa in montagna, il suo spazio libero fra foglie e nuvole. Archives
Agosto 2020
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