Ottobre è indubbiamente il mio mese preferito. In ottobre si concentrano importanti appuntamenti in Chiesa, fondamentali meeting professionali, appassionanti partite di baseball. Ottobre è il mese del bramito, appuntamento divenuto tradizionalmente rituale. È anche il mese delle castagne ed il mese del foliage. È un mese nel quale, in un certo senso, la natura muore per risorgere. Gli alberi si privano del loro manto verde, spogliandosi teatralmente come belle donne dinanzi agli escursionisti che si muovono silenti nel bosco con occhi colmi d'incanto. Prima di fare cadere la veste amano però sbalordire il pubblico con un coup de théâtre fatto di colori vivi e caldi. Il verde diventa arancio, giallo, rosso, marrone e tutto si miscela con il blu e il bianco del cielo. Oggi ottobre ci regala il suo spettacolo più bello. Lame di luce cadono dal cielo come una pioggia di sole e vita, le ombre tracciano forme fantastiche tra i fusti irregolari dei castagni secolari e contorti, disegnando graffi grigio fumo su questa inimitabile tavolozza. A terra è un tappeto di foglie, rami, pietre e ricci. Quello che sembra il silenzio della foresta è invece un imponente concerto fatto di foglie scricchiolanti, gentile scorrere di ruscelli, canto del vento e cinguettio di uccelli. Ovunque è equilibrio ed armonia. Questo senso di ineluttabile perfezione mi pervade e vibra dentro me come l'irresistibile canto di una sibilla che mi richiama al cospetto di una natura perfetta, nei suoi tempi e nei suoi equilibri. C'è un tempo per vivere, un tempo per morire ed un tempo per risorgere. C'è un tempo per essere verde ed un tempo per essere grigio. C'è un tempo per la compagnia ed un tempo per la solitudine. C'è un tempo per il sorriso ed un tempo per il pianto. Il cervo lo sa. Il cervo lo insegna. Non ha bisogno di un calendario e ripete questo rituale da sempre con la precisione di un orologio perfettamente registrato. Oggi sentiamo potenti bramiti provenire sempre dallo stesso punto del bosco. Uno, due, forse tre cervi si sfidano lacerando il silenzio della foresta con le loro vibrazioni sonore cupe e gutturali. Le orecchie colgono per prime il suono, poi lentamente le frequenze si spostano entrando nell'animo e scuotendo la coscienza. Questo gioco fatto di colori, luci, suoni e sensazioni mi restituisce armonia. Amo la grafologia, anche se non sono competente in materia. Una cosa però l'ho imparata: non scriviamo sempre allo stesso modo. La nostra grafia riflette il nostro stato d'animo. A volte è ordinata, altre volte è confusa. Mi ero accorto nei giorni scorsi che non riuscivo a scrivere bene, neppure se mi sforzavo di farlo. I miei appunti, le mie note ed i miei messaggi erano graficamente irregolari ed esteticamente sgradevoli e non riuscivo a comprenderne il perché. Il giorno dopo la mia visita nel santuario del bosco mi trovo a scrivere degli appunti di scarsa importanza e scopro che la mia grafia è regolare, perfettamente leggibile ed esteticamente armoniosa. Sento vibrare in me qualcosa di nuovo e diverso. Sorrido come un bimbo nello scoprire che la cura del bosco ha portato i suoi frutti. Dopo un periodo di tensioni ed ansie avevo perso l'armonia interiore e questo si rifletteva in ogni fibra del mio essere, cambiando addirittura la mia calligrafia. Poche ore nel bosco mi hanno restituito quel senso di equilibrio del quale non posso fare a meno, come se fosse acqua limpida e pura al fine di un digiuno. Ora vibra tutto bene dentro me ed un'energia positiva mi restituisce il senso delle cose, rinnovando il desiderio di volere sempre scrivere bene. Non più graffi irregolari nel copione della mia vita, ma solo linee e curve perfette.
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Massimo
Massimo è sposato con Roberta ed è padre di 2 figli. Lavora tutti i giorni al computer e nel tempo libero scappa in montagna, il suo spazio libero fra foglie e nuvole. Archives
Agosto 2020
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