Tre giorni nel Parco Nazionale del Gran Paradiso. Cosa volere di più? Dopo tanto tempo e tanti video ammirati a bocca aperta sul più antico dei parchi nazionali italiani, finalmente il sogno diventa realtà e, nonostante il Covid, le difficoltà lavorative ed organizzative, riusciamo a mettere in piedi questa tre giorni che difficilmente dimenticheremo. Partiamo con il buio da Rimini per raggiungere di mattino presto il parcheggio della Valnontey. Il programma è raggiungere il Rifugio Sella a quota 2626, dopo avere salito un dislivello di quasi mille metri. La meraviglia del panorama e la bellezza aspra della valle ci conquista da subito, rendendo meno difficile la salita. Dopo una bellissima serata in compagnia, il giorno successivo ripartiamo con le prime luci per una escursione più impegnativa del giorno precedente: è il nostri unico giorno veramente pieno in questa regione di confine, e vogliamo godercelo fino in fondo. Le nubi fosche e la pioggerella non smorzano il nostro fanciullesco entusiasmo. Siamo nella bellissima Valsavarenche e puntiamo a due rifugi: prima il Chabod (sosta pranzo) a quota 2710, poi dopo alcuni chilometri di sali scendo il Vittorio Emanuele II a quota 2732. Infine una ripidissima discesa per riguadagnare quota nella fiabesca valle: oltre 20 chilometri e 1200 metri di dislivello complessivo in salita in 9 ore di cammino. Volevamo una giornata piena e l'abbiamo avuta! Il giorno successivo abbiamo ripreso fiato, percorrendo il facile percorso immerso nel verde che porta dal parcheggio al rifugio Benevolo, dove abbiamo trascorso una ristoratrice pausa pranzo distesi sul prato, baciati da un piacevolissimo sole estivo. La cosa che mi ha sorpreso di più della Val d'Aosta? Parrà strano, in una terra fatta di rocce, alberi e montagne altissime: l'acqua. L'acqua è il vero protagonista della valle, a mio avviso. Scorre ovunque ed è la vera colonna sonora delle nostre escursioni. Ovunque si sente il dolce rumore di un ruscello, la forza di un fiume in piena oppure il ruggio impetuoso di una cascata. L'acqua ti riempie gli occhi e le orecchie, punteggiando di schiuma bianca un panorama altrimenti dominato da mille sfumature di verde. È un autentico mare, un mare di montagna, quello che caratterizza questi tre giorni di fatica e gioia in questa nuova terra di conquista e, piantando la bandiera delle Piadine Randagie, mi sento più un marinaio sulla spiaggia di una inesplorata isola deserta che un montanaro a oltre 2500 metri sul livello del mare. La Val d'Aosta è una terra di sorprese, tutte piacevoli, un luogo che rapisce il cuore e ribalta le attese, rendendo la gioia desiderata un'emozione che prende alla bocca dello stomaco, togliendo il fiato.
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Massimo
Massimo è sposato con Roberta ed è padre di 2 figli. Lavora tutti i giorni al computer e nel tempo libero scappa in montagna, il suo spazio libero fra foglie e nuvole. Archives
Agosto 2020
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